Maledette caramelle

18 Gen

HariboHanno reso meno amari i momenti di sconforto di molti (compreso chi scrive), ma le caramelle gommose, in questo caso prodotte dalla multinazionale tedesca Haribo ( il suo fondatore Hans Riegel recentemente scomparso l’aveva chiamata con le sue iniziali e con quelle della città di Bonn), possono essere considerate razziste. Almeno a giudicare dal dibattito scatenato in Svezia e Danimarca, dalla nuova serie della linea Skipper Mix, composta da caramelle gommose alla liquirizia che raffigurano visi e maschere asiatiche e africane. Forme, che secondo l’opinione pubblica scandinava esaltano gli stereotipi sulle popolazioni dell’Asia e dell’Africa. Proteste dei consumatori e discussioni che hanno portato venerdì 17 gennaio alla decisione da parte di Haribo di ritirare le caramelle “incriminate”. Con l’azienda di Bonn che ha anche comunicato, attraverso il portavoce della filiale svedese di “non aver mai notato nulla di negativo”.

Germania, un paradiso per il riciclaggio?

26 Dic

BanconoteAlla fine l’hanno capito anche i tedeschi. La Bundesrepublik è potenzialmente uno dei luoghi migliori per “lavare” i soldi provenienti delle attività illecite. Un tema, quello del money laundering in Germania tornato  d’attualità nel novembre 2013  quando è stata resa nota un’inchiesta condotta dalla procura di Osnabruck, in collaborazione con le autorità e i magistrati italiani su un parco eolico da 225 milioni di euro in Calabria  che secondo gli inquirenti sarebbe stato acquistato con i proventi delle attività illecite delle mafie. Un’inchiesta che ha visto perquisita anche la sede della Hsh Nordbank, l’istituto bancario attraverso il quale sarebbero passati i soldi tra Italia e Germania. Un caso però che potrebbe essere uno dei tanti. Secondo la ONG Tax Justice che si occupa di trasparenza dei mercati, sarebbero tra 29 e 57 i miliardi di euro che ogni anno vengono riciclati in Germania con circa 15mila casi che riguardano per il 99% il settore finanziario. Una cifra considerevole a cui si aggiunge un altro dato: la Bundesrepublik è all’ottavo posto nella graduatoria dei Schattenmaerkte, dei “mercati ombra”, addirittura dopo  Jersey o le Bahamas, considerati da sempre paradisi fiscali.

E se non cambiasse nulla  in futuro potrebbe essere peggio. Per un’insieme di fattori. Per esempio la posizione geografica centrale della Germania, la possibilità di pagare in contanti senza limiti e anche l’inversione dell’onere della prova per il reato di riciclaggio. Mentre in Italia chi investe deve dimostrare che i soldi investiti provengono da fonti pulite, in Germania infatti è l’inquirente che deve dimostrare che i soldi sono di provenienza illecita. Una situazione che per essere risolta avrebbe bisogno, secondo gli esperti, di nuove misure come un registro per le aziende, in cui vengano segnalati i veri proprietari economici delle aziende, l’istituzione dell’obbligo per le attività economiche di pubblicare i loro bilanci e l’identità dei partecipanti alla società, oltre a una nuova regolamentazione del reato di riciclaggio di denaro e di un’unica istituzione che si occupi di controllare sul money laundering.

GroKo, la parola dell’anno

14 Dic

Grande_coalizioneVado matto per le liste e per le classifiche. Anche per quelle di fine anno. In Germania come in Italia questi sono i giorni per mettere in fila il meglio e il peggio del 2013. Sportivi, politici, mode e anche parole. Die Gesellschaft fuer die deutsche Sprache, la società per la lingua tedesca con sede a Wiesbaden ha scelto la parola dell’anno nella Bundesrepublik. E’ GroKo, abbreviazione di Grosse Koalition, l’alleanza tra cristiano-democratici e socialdemocratici che ha tenuto banco nella politica tedesca fin dalll’ultima fase della campagna elettorale, quando era evidente il calo dei liberali e la contemporanea impossibilità per la Cdu/Csu di raggiungere la maggioranza assoluta. Una scelta spiegata dalla società per la lingua tedesca che è ricaduta sulla parola anche per il significato vagamente ironico del termine, dato dalla somiglianza con Kroko o Krokodil, cioè coccodrillo. Dietro a KroKo, in questa speciale classifica si è piazzata Protz-Bischof (il vescovo borioso), parola usata per designare Franz Peter Tebalst van Elst, vescovo del Limburgo, balzato al dis(onore) delle cronache per gli ingentissimi costi del centro parrocchiale. Sul terzo gradino del podio Armutseinwanderung, immigrazione della povertà, neologismo coniato per definire l’arrivo crescente nella Bundesrepublik di immigrati provenienti dall’Europa dell’est, soprattutto rumeni, bulgari e polacchi.

Abu Osama, lo (sconosciuto) jihadista tedesco

2 Dic

Islam_screenshotUn appello alla Jihad. A due settimane dalla notizia della morte in Siria del “combattente” Burak Karan, ex calciatore delle nazionali giovanili tedesche, in Germania è stato diffuso un video che invita i musulmani della Bundesrepublik a unirsi alla “guerra santa”. A chiamare alla lotta contro il regime di Bashar Al Assad un uomo sulla trentina, lunga barba e kalashnikov sulla spalla. “Sono Abu Osama. vengo dalla Germania e sono diventato musulmano da quattro anni”, queste le parole del protagonista. Nel video pubblicato sul sito del gruppo terroristico “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” l’uomo, di cui i servizi di sicurezza tedeschi stanno cercando di conoscere l’identità, ha invitato i musulmani tedeschi a combattere e ha spiegato anche la scelta del suo nome. “Mi chiamo così perchè amo Osama Bin Laden. Lui ha dato un colpo alle ingiustizie”.

Il caso di Abu Osama e di Burak Karan non sono gli unici di questo tipo nella Repubblica federale. Secondo le stime delle forze di sicurezza sono più di 200 i guerriglieri islamici nati o cresciuti in Germania che combattono in Siria. Una presenza consistente che preoccupa le autorità tedesche soprattutto in prospettiva futura. Perchè secondo i servizi segreti c’è il pericolo che i combattenti tedeschi nel paese mediorientale una volta di ritorno, “esportino” il terrore in Occidente, mettendo in pratica tutto quanto “appreso” nelle milizie contrarie ad Assad.

Pigs, in fuga verso la Germania

23 Nov

Emigrazione_GermaniaPoco più di mezzo milione. Tanti sono i lavoratori stranieri che nel primo semestre del 2013 sono arrivati in Germania, secondo quanto riferito dallo Statistiches Bundesamt. Dati che certificano un aumento del 11% rispetto allo stesso periodo del 2012, il terzo incremento consecutivo a doppia cifra. In termini assoluti gli arrivi più massicci sono stati quelli dalla vicina Polonia (93mila persone), seguite dai cittadini della Romania (67mila) e quelli della Bulgaria (29mila). Ma il dato più significativo è quello che riguarda i Pigs, i paesi in crisi dell’Eurozona. Nei primi sei mesi del 2013 il numero di spagnoli, portoghesi e italiani che hanno varcato i confini della Bundesrepublik è cresciuto esponenzialmente rispetto allo stesso periodo del 2012 : +41% dall’Italia, +39% dalla Spagna e più 26% dal Portogallo. Solo Siria, Somalia e la Federazione Russa hanno aumentato in maniera così considerevole. Paradossalmente l’unico paese in crisi ad avere emigranti in calo verso la Germania è quello con la situazione più pericolante, cioè la Grecia, con una diminuzione del 4,5%. Segno meno (-14,5%) anche per la Turchia, la nazione della comunità straniera più grande della Bundesrepublik.  Molti arrivano e più di qualcuno che se ne va. Nei primi sei mesi del 2013 sono stati infatti quasi 350mila coloro che hanno fatto le valigie verso un altro paese. Un saldo entrate-uscite positiva (+206mila) che lascia un paese con un mercato del lavoro da più di 42 milioni di persone, una quota mai raggiunta.

Trapianti di organi, in Germania calano i donatori

15 Nov

TrapiantiSono sempre di meno i cittadini della Bundesrepublik che acconsentono all’espianto dei loro organi. Secondo i dati resi noti dalla DSO (Deutsche Stiftung Organtransplantation), la fondazione che raggruppa i donatori, nei primi 11 mesi del 2013 sono 754 le persone che hanno donato i loro organi, il 15% in meno rispetto al 2012. Un calo, unito a quello del totale dei tessuti espiantate (da 3001 dell’ano scorso ai 2647 del 2013) che rilancia l’allarme già lanciato nel febbraio scorso dai cardiochirurghi, visto che il numero di cuori trapiantati in Germania è stato il più basso degli ultimi trent’anni. Una crisi che la Dso spiega soprattutto con lo scandalo che nel 2012 ha coinvolte alcuni cliniche dove sono i medici modificano gli atti con l’obiettivo di ottenere per i propri pazienti più velocemente un organo da trapiantare.

Uno scandalo, andato sotto la lente d’ingrandimento di una commissione d’inchiesta, che secondo la Dso ha “danneggiato l’intero sistema dei trapianti e ha causato una perdita di fiducia dei pazienti”. Ma la diffidenza non spiega tutto. Già negli ultimi anni la percentuale di donatori per abitanti era calata sensibilmente fino a raggiungere nel 2012 12,8 ogni milione di abitanti, come nel 1997, l’anno dell’entrata in vigore della legge tedesca sui trapianti. Statisticamente ogni 8 ore muore un paziente in cerca di un organo e attualmente sono 12mila le persone che attendono un nuovo cuore, un nuovo fegato. Una situazione di difficoltà che potrebbe cambiare gradualmente con la legge che dal novembre 2012 regola i trapianti. Un provvedimento che prevede che tutti i tedeschi, a partire dai 16 anni e iscritti alla cassa malattia ricevano dalle Krankenkassen informazioni e un modulo pronunciarsi di volta in volta in maniera volontaria riguardo all’espianto dei loro organi in caso di morte. Se calano donatori e tessuti donati, il dato positivo viene dal numero di Organspendeausweis, il documento con cui in Germania sia dichiara la volontà di donare o meno i propri organi (si può anche decidere che a scegliere sia una persona terza, indicata dal donatore). Se nel 2010 solo il 7,2% ne aveva uno, ora la quota è quasi raddoppiata.

 

1983, Udo Lindenberg suona a Berlino Est

25 Ott

Un evento storico. Il 25 ottobre 1983, esattamente 30 anni fa, il cantautore e rockstar della Germania Ovest Udo Lindenberg suonava al “Palast der Republik”, centro polifunzionale di Berlino Est e sede della Volkskammer, il parlamento monocamerale della Repubblica Democratica tedesca. Era dal 1975 che la star progettava di suonare oltrecortina. In quell’anno aveva scritto Rock Arena in Jena, in cui nei primi versi racconta il suo desiderio (mi piacerebbe cantare da voi/ miei cari amici della DDR) e negli anni successivi non si era mai nascosto. Ma la sua musica, molto seguita dai giovani di entrambe le Germanie era considerata pericolosa dai vertici della Germania Est. Temi troppo poco socialisti e inadatti a formare una classe che costruisse il futuro della “Repubblica degli operai dei contadini”. E come se non bastasse nel 1983 Udo, a 37 anni pubblicò Sonderzug nach Pankow (Treno speciale per Pankow). cover di Chattanooga Choo Choo di Glenn Miller di  in cui si rivolgeva in toni irriverenti e beffardi a Erich Honecker, nientepocodimenochè “il compagno presidente” della DDR. Potenzialmente una pietra tombale sulle speranze di suonare al di là del confine. Ma gli anni Ottanta, con i movimenti per la pace dalle due parti del muro, Lindenberg, attivista contro la militarizzazione delle due Germania, diventò un ospite “utile” per la nomenklatura della dittatura. A contattarlo nell’estate 1983 fu Egon Krenz, presidente della Frei Deutsches Jugend, la potentissima giovanile della Sed il partito unico. I due si incontrarono e dopo una lunga discussione trovare un accordo. Lindenberg avrebbe partecipato a un “concerto per la pace” organizzato dalla FDJ a Berlino Est e le autorità avrebbero concesso al cantautore dell’Ovest di fare il suo agognatissimo tour nella Ddr. L’appuntamento fu fissato per la fine di ottobre e Lindenberg suonò davanti al pubblico scelto di futuri dirigenti del Partito. Fu un successo (anche se i “veri” fan del cantante erano fuori dal Palast der Republik) ma quello fu il suo primo e unico concerto nella DDR, perchè il promesso tour fu cancellato.

Buona la terza, la Germania verso la grande coalizione

18 Ott

 

Grossa_coalizione_fotoAlla fine è stato rapido e indolore. Come la puntura di una vecchia pubblicità. Il terzo incontro preliminare tra Cdu e Spd per cercare un’intesa su un’alleanza di governo è durato poco più di due ore ed è stato un successo. Nella conferenze stampa post riunione pacche sulle spalle, larghi sorrisi e un accordo di massima per l’inizio delle trattative per la nascita di una grande coalizione, la seconda guidata da Angela Merkel dopo quella tra 2005 e il 2009. Niente di ufficiale né di ufficioso, ma le impressioni, guardando i visi dei leader di cristiano-sociali e socialdemocratici è quella che siano state gettate delle solide basi per il futuro. Con un primo compromesso, dopo il duro confronto in campagna elettorale. La Cdu acconsentirà all’introduzione del salario minimo garantito di 8, 5 euro lordi (una manna per un’ampia fascia di lavoratori tedeschi) mentre la Spd non chiederà nuove tasse per i redditi alti.

Tutto deciso? Per niente. C’è da scrivere tutto il programma (si comincerà settimana prossima dopo la prima seduta del nuovo Bundestag), a novembre a Lipsia i 472mila iscritti alla Spd devono ratificare l’accordo con i conservatori ( domenica lo farà un gruppo ristretto di 200 delegati socialdemocratici) e soprattutto ci sono da assegnare le poltrone. Con i “rossi” pronti ad occupare i dicasteri più influenti, a partire da quello dell’economia. Se tutto andasse liscio la Germania avrebbe un governo per Natale. In caso contrario l’ipotesi più probabile sarebbe il ritorno alle urne, visto il “no” dei giorni scorsi da parte dei Verdi a un’alleanza con Angela Merkel.

Blitz-Marathon, 24 ore di controlli più severi per gli automobilisti tedeschi

11 Ott

Traffico_GermaniaVentiquattro ore sotto osservazione per gli automoblisti tedeschi. Giovedì 10 ottobre si è svolta in Germania la Blitz- Marathon, una giornata che la polizia tedesca dedica alla sicurezza stradale e alla sua salvaguardia. Un’iniziativa, ampiamente annunciata dalle autorità, nata nell’inverno 2012 come parte della campagna del Land del Nordhrein-Westfalen, maglia nera per numero di morti sulle strade e intitolata “Brems Dich – rette Leben! “ (Frenati, salva la vita”) e che è stata estesa a tutta la Bundesrepublik con un provvedimento della Conferenza permanente dei ministri dell’Interno dei Laender nel maggio 2013, dopo il successo di tre eventi analoghi.

8600 posti di controllo, 15mila poliziotti e più 3 milioni di veicoli controllati, questi i numeri dell’edizione 2013. Un’operazione su larga scala da cui emerge che il 3% degli automobilisti controllati ha superato il limito consentito, con punte del 5,8% in Schleswig-Holstein e l’1% ad Amburgo. “E’ stato un bel giorno per la sicurezza del traffico in Germania” ha detto Ralf Jager il ministro degli Interni del Nordrhein-Westfalen. Soddisfazione e un prossimo appuntamento già fissato per maggio 2014. Con qualche possibile novità, viste le discussioni sull’estensione del limite di velcità a 130 km/h su tutte le autostrade della Repubblica Federale.

Internet, anche in Germania arriva Vevo, il “sosia” di Youtube

1 Ott

VevoDa oggi anche nella Bundesrepublik il sito più visitato del mondo avrà un concorrente. Infatti da martedì 1 ottobre è online il sito di Vevo, portale americano lanciato nel 2009 e di proprietà delle major discografiche Sony e della Universal, specializzato come Youtube nella diffusione di video online. Un contenitore di clip (circa 75mila sono “in archivio”), già attivo in 12 paesi (Italia compresa) che in Germania, a differenza per esempio che negli Stati Uniti e nel nostro paese, non sarà “agganciato” a Youtube.

Chi si collegherà a Youtube dalla Germania con Pc, smatphone, tablet e console non troverà infatti il link diretto ai video di Vevo. La ragione? Nella Bundesrepublik Google e Gema, l’ente tedesco che si occupa dei diritti d’autore sono stati nel recente passato ai ferri corti, a causa delle numerose cause intentate da artisti tedeschi e internazionali per vietare la pubblicazione dei loro video e performance sul “Tubo”. Una situazione  che ha impedito agli utenti della Repubblica federale di vedere molti video musicali, tra cui quello  del tormentone 2013 “Gnam Gnam Style” del rapper sudcoreano.